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Compagnia Sasiski!   presenta

Gli Sposi Promessi

- una manzoniana tragicommedia -

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Con

Alessandro Blasioli, Vincenzo Ciardo, Giancarlo Commare, Vittoria Galli, Domiziana Loiacono, Maurizio Lucà, Piergiorgio M. Savarese, Viviana Simone

 

Drammaturgia e Regia

Carlo Boso

 

Aiuto Regia e Maestro d’Armi

Massimiliano Cutrera

 

Costumi

Veronica Iozzi e Anna Kaltcheva

 

Direzione Musicale

Giovanna Gallelli

 

Maschere Originali

Alberto Ferraro

 

Illustrazione locandina

Vittoria Olive

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Perché “Gli Sposi Promessi”

La decisione di mettere in scena I promessi sposi è stata motivata da una forte volontà di riscoprire uno dei grandi capolavori della letteratura italiana. Troppo spesso il romanzo di Alessandro Manzoni resta nella memoria delle persone unicamente come traccia di un percorso scolastico che, il più delle volte, non è bastato a farle innamorare dell’opera.

Da qui l’idea di farne uno spettacolo adatto ad un pubblico di tutte le età, capace di suscitare nuovo interesse. Riprendendo l’ambientazione storica del romanzo, abbiamo voluto interpretare le vicende di Renzo e Lucia secondo il codice teatrale dominante nella Lombardia (e non solo!) del Seicento: la Commedia dell’Arte

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Idea, creazione e sperimentazione

La Commedia dell’Arte è il genere teatrale tipicamente italiano che ha reso i nostri comici famosi in tutto il mondo. Quale connubio migliore, quindi, tra due pilastri così importanti del nostro patrimonio culturale? Come non trovare avvincente la sfida di riportare nel romanzo di Manzoni i meccanismi comici della Commedia dell’Arte?

Il nostro lavoro creativo ha dovuto in primo luogo confrontarsi con la necessità di far convivere la maschera di cuoio che copre il volto degli attori di Commedia, simbolo demoniaco per antonomasia, con la spiccata tematica religiosa di cui il romanzo è profondamente intriso. Da qui, la scelta di non far indossare la maschera a tutti i personaggi di Chiesa.

Lo studio sul linguaggio ci ha suggerito di cercare un compromesso tra la lingua di Manzoni e quella più semplice e diretta dei tipi fissi della Commedia. Ci siamo dunque ispirati allo stile utilizzato nel “Fermo e Lucia” (prima stesura, 1821), dal registro più dialettale e quindi più adatto ad essere utilizzato dai personaggi in maschera. Ad esso si rifanno anche alcuni specifici passaggi

narrativi, che si discostano dalla più nota edizione definitiva del romanzo.

La contaminazione tra il costume dell’epoca e i tipi della Commedia dell’Arte , ha contribuito alla creazione di personaggi originali, di forte impatto scenico, ma di non minore spessore psicologico. Grande attenzione ha meritato la creazione di una

linea drammaturgica che, pur restando quanto più fedele al romanzo, rispettasse anche il tipico andamento della Commedia,

le regole secondo cui i personaggi si avvicendano sulla scena e le specifiche esigenze che la messa in scena impone

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Giustizia e Provvidenza

Il messaggio del Manzoni, tuttavia, rimane intatto e ben si coniuga con molti dei canoni della Commedia dell’Arte : se in quest’ultima, il principio dell’inversione carnevalesca esalta il vizio perché possa successivamente trionfare la virtù , il Manzoni, alle ingiustizie del mondo, alla prevaricazione dei forti e alla sopraffazione costante dei deboli, contrappone l’istanza di giustizia. Essa potrà realizzarsi pienamente solo nell’aldilà, tuttavia gli uomini degni di questo nome devono battersi perché anche su questa terra si attui il più possibile, perché l’ingiustizia sia sconfitta. Con questo spirito agiscono i personaggi positivi e combattivi del romanzo: padre Cristoforo, il cardinal Federigo, lo stesso Renzo per quanto glielo consentono le sue limitate forze.

Anche il male – secondo Manzoni – può essere ricompreso in una visione più globale della Storia. Il dolore che gli uomini soffrono a causa di ingiustizie e oppressioni non può mai essere disperato se si ripone fiducia nella Provvidenza divina

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La musica

La presenza della musica negli spettacoli dei comici dell’arte, il canto, l’esecuzione strumentale o di sostegno al ballo, è ampiamente attestata a partire dai primi contratti delle compagnie fino alle più tarde rappresentazioni dei comici italiani in Francia.

La musica è di fatto già presente negli elementi costitutivi dello spettacolo dei comici che ne assorbe le tradizioni e il repertorio. Il repertorio musicale utilizzato in commedia si articola su un doppio registro espressivo che si basa da una parte su una componente farsesca, popolare e dialettale, tipica delle maschere e quella più aulica degli innamorati, arie, madrigali e componimenti più ricercati.

Così come i comici utilizzavano largamente un repertorio musicale di pubblico dominio, composto da canzoni popolari o di successo, talora improvvisandone il testo, oppure arie più raffinate, così noi, sotto la guida esperta della cantante Giovanna Gallelli, eseguiamo, rigorosamente dal vivo con strumenti o a cappella, sia motivi più noti e recenti, sia componimenti dell’epoca (Purcell, Lully, De Sermisy, Attaignant, Pachelbel).

Esigenze tecniche:

 

- Spazio scenico minimo 4 x 3 mt;

- Unici elementi scenografici sono un baule ed un fondale sorretto da due stativi di altezza minima 2,5 mt (tempi di montaggio 30 min circa);

 

-Da un punto di vista illuminotecnico lo spettacolo necessita di un semplice piazzato base. Qualora sia utile o necessario, la compagnia dispone di una ribaltina luci (lunghezza 3 metri);

 

- Lo spettacolo non fa utilizzo di impianto audio: sono presenti esclusivamente canti eseguiti a cappella;

 

- Dipendentemente alla tipologia di spazio in cui lo spettacolo verrà rappresentato, potrà essere necessario: predisporre una postazione amplificata per lo strumentista e/o l’utilizzo di microfoni panoramici (non da terra);

 

- Lo spettacolo è rappresentabile anche in spazi non prettamente destinati ad attività teatrale;

 

- In caso di realizzazione dello spettacolo in spazi all’aperto o in teatri le cui dimensioni e morfologia permettano di ospitare un tipico palco di Commedia dell’Arte, la compagnia dispone di un palco in legno delle dimensioni 5x4 mt, munito di struttura per reggere il fondale, di ribaltina luci sufficiente ad illuminare l’intera azione scenica e di scalette che permettono la salita e la discesa degli attori (tempi di montaggio 40 min circa).

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